Uomini in cambio di carbone
Furono quasi novecento gli italiani che persero la vita per estrarre carbone dalle viscere della terra belga. Ma anche la vita alla luce del sole non fu facile. Un romanzo- testimonianza ci restituisce pagine dolorose della nostra emigrazione. Era il giugno del 1946 quando Italia e Belgio firmarono un accordo di puro scambio: manodopera contro tonnellate di carbone. Fu così che in tutta la penisola si diffuse una campagna di reclutamento che vide partire migliaia di connazionali con la speranza di un lavoro sicuro e di un buon guadagno. Li aspettavano però condizioni disumane, sia nelle miniere sia nelle baracche dove venivano alloggiati.
Una sorte tragica toccò a Giovanni Sorgato che, insieme ad altri sette italiani, perse la vita nel 1956 nella miniera di Rieu du Coeur. Sua figlia Roberta, che vive in provincia di Treviso, ha ripercorso in maniera commovente e coinvolgente la storia della sua famiglia, intrecciandola ai destini e alle sofferenze degli immigrati italiani in quella terra.
Ne è nato il volume: “Cuori nel pozzo. Belgio 1956. Uomini in cambio di carbone”, Marsilio (2010).
Qui la mia intervista-recensione del libro, trasmessa da Radio Colonia (WDR) nel 2010: