Più Etica, meno Estetica

La vita dopo il Coronavirus.

È la domanda che tutti ci poniamo: cosa cambierà quando tutto sarà finito? Saremo più responsabili, più solidali? Oppure la globale crisi economica ci renderà più egoisti, più diffidenti? E così, alla ricerca di possibili risposte, mi sono venute in mente le parole dell‘archistar Massimiliano Fuksas, che incontrai nel 2008 a Francoforte sul Meno in occasione delle giornate europee della cultura:

„Un architetto deve mettere insieme il paesaggio, l‘economia e l‘uomo (…). Il nostro lavoro deve avere un‘immediata rilevanza etica (…). La responsabilità personale è il tema chiave dell‘oggi. Ognuno di noi ogni giorno stabilisce se fa una cosa bene o una cosa male. Se fa il bene o il male“.

Un invito ad agire e a relazionarsi con la società secondo un profondo e radicato senso di responsabilità individuale. Un imprescindibile punto di ripartenza!

Massimiliano Fuksas, classe 1944, è uno degli architetti italiani più conosciuti nel panorama internazionale. Nel 2000, designato direttore della 7ª mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia, ha fatto molto discutere la sua scelta di intitolare l‘esposizione: “Less Aesthetics, More Ethics”.


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