Ricordando Jolanda Insana – Poetessa dimenticata
Parole graffianti, scomode, irriverenti. Lucidi versi che tagliano il respiro, che irritano, infastidiscono. Melodie che pulsano, illuminano, ti trascinano via. Echi siciliani, arabi, latini. Contaminazioni tra antico e presente. „Fendenti fonici“, gocce di „medicina carnale“, che non ti asciugi più dalla pelle. Quanto ho amato (e amo) Jolanda Insana! Lei, che ha conosciuto la guerra e i fichi secchi, i bombardamenti su Messina, i boati del terremoto. Ma anche un „passero goloso che aspettò tutto l’inverno, sognando il becchime gaudioso”.
La intervistai nell’aprile del 2008, in un suo passaggio a Francoforte sul Meno. Sorridente, cordiale, ironica. Indelebile. Come le sue poesie.